mercoledì 17 novembre 2010

She glass

Lei spera che tutto possa andarle bene.
Cammina per circa venti minuti prima di fare colazione , nel parco che sta sotto alla sua casa.
Passeggia e non pensa. Sale le scale, prende una manciata di pillole e le ingurgita una dopo l'altra.
E' austera, sa cosa vuol dire vivere, da soli, ma non se ne preoccupa.
Lei ha un armadio non molto colorato, ha un armadio pieno di giacche, gonne, scarpe , stivali, borse , e giusto quella ventina di abiti che usa il sabato sera, se esce, da bruciare nel camino ad ogni fine stagione.
Lei non da valore ai soldi, non le importa cosa siano, non le piace pensare di dipendere da della stupida carta stampata.
Cammina la sera su tacchi 15 centimetri, neri, diabolici.
Quando si vede con le amiche capisce che in effetti tanto amiche non sono, d'altronde si annoia, la annoiano, lei non sa divertirsi, per consolarsi ogni tanto tira di cocaina, ma sempre meno, è fuori moda.
Ha una casa in centro a Milano, ma ci sta poco, detesta stare in casa.
Passa le sue giornate in metropolitana o seduta nel parco dove al mattino cammina.
Ama osservare il vuoto. Anche in mezzo ad una folla potrebbe trovare il vuoto.
Al pomeriggio poi ha le sue gocce, le servono per restare di buon umore, sennò si sente crollare il mondo addosso.
Detesta gli uomini, detesta le donne, detesta il genere umano probabilmente. L'unica cosa per cui dimostra un grande amore, oltre alle sue gocce e alla sua più che discreta capacità di portare una 36 senza piegarsi morente sulle sue 15 centimetri, è l'arte. Viaggia molto. Ama andare a Vienna a vedere Klimt, ama andare nell'Etna a vedere la terra sanguinare, ama stare affacciata dal ristorante della Tour Eiffel a guardare un presente che fra poco non ci sarà più.
Viaggia sempre in prima classe, è delicata di gusti. Ama solo le orchidee e una tipologia di pianta grasse che ha il colore tipico del non colore, ascolta solo musica underground, spesso compilation ambient, tracce che durano ore senza arrivare a nessun punto di arrivo, le adora, dice che non c'è destino nel pop. Detesta Andy Warhol e gli USA. Detesta Versace e i total look, detesta H&M poichè detesta tutti i tessuti che in qualche modo la possano far sembrare una poverella o una volgare donna media italiana.
Ha un grandissima cultura, passa anche ore intere a leggere le vicende delle donne nelle varie epoche della storia, vuole capire come mai la mediocrità che la circonda esiste.
Esce raramente a cena, in realtà cena raramente. Va sempre negli stessi posti, o al Sushi che la fa sentire modaiola perchè lo fan tutti quelli "fighi" o in un ristorante tipico francese, dove si sente a casa, davvero.
Quando è stanca di (non) lavorare prende il primo aereo per l'Africa, ama la natura, ama vedere che tutto quel che esisteva in passato in un angolo di mondo è rimasto inalterato.
Quando torna dai suoi viaggi non esce di casa anche per settimane e quando esce solitamente è per andare da 10 Corso Como e farsi un regalo, prima di rimanere perennemente fuori ricominciando a detestare l'idea di stare in casa.
La realtà è che essa detesta la "moda", detesta la società e detesta detestare tutto.
Spesso pensa che dovrebbe cercare di fare finta di essere felice, come fanno i suoi politici al governo, come fanno le sue "amiche" che studianoo styiling al Naba ma che sotto sotto se ne fregano di diventare stylist, l'importante è crederci.
Oggi lei scendeva le scale della metro.
Un uomo alto, scuro in volto,la prende da dietro, le stringe le mani al collo e la butta sotto le rotaie della green line, derubandola della sua preziosa clutch color fango. Nessuno la vede, nessuno la sente.
La sua esistenza di vetro è caduta, mille cristalli rosso sangue schizzano sul bordo dell underground e lei non esiste più.
Era di vetro, lei era.

venerdì 2 luglio 2010

You're my lover and I'm your sky.

Tu sei il mio amante ed io il tuo cielo.
Si muore dal caldo, sudo alla fronte, è una cosa che non sopporto.
Solo il tram è un posto fresco, direi freddo. Influenza tipo.
Fuori dal finestrino 35 gradi e dentro al finestrino 14 gradi, un maggiolino di color rosso corallo con tante macchiette nere si appoggia sulla mia mano, io lo guardo, ha bisogno di me, è piccolo, indifeso e terribilmente solo.
Vorrei giurargli che tutto ciò sarà per sempre, che l'unica cosa che voglio davvero è tenerlo con me, nella mia mano e vederlo volare, poi tornare, volare e di nuovo ritornare. Alla fine cosa ci sarebbe di più bello se non volare, avere un cielo tutto per sè, dove volare via da tutto e da tutti, non è il mare pieno di petrolio, non è la terra piena di sangue, non è nulla di ciò, è l'infinito.
Tu sei il mio amante ed io il tuo cielo. Regalami un assaggio del tuo infinito.
E' così, sei ancora mio, ancora per poco maggiolino, ancora due fermate e non sarò più il tuo cielo, la tua libertà e la tua protezione.
Ora scendo, riguardo il mio palmo, hai già cambiato cielo. Tuttavia rimani per me il mio amante.
Tu sei il mio amante ed io il tuo cielo.

mercoledì 5 maggio 2010

Siamo miliardi.

Siamo miliardi, come le stelle.
Ma noi non siamo come le stelle. Noi non brilliamo sempre, non siamo sempre noi, e soprattutto non illuminiamo nessuno, a volte nemmeno noi stessi.
Abbiamo sempre paura della parola "gratuito" perchè la vita non è gratuita e, oramai, nemmeno i nostri sentimenti.
Ci conosciamo, ci innamoriamo, eppure non siamo mai stelle.
Le stelle sono lontane, sono vicine tra loro per noi, che le guardiamo da troppo distante, ma in realtà anche tra di loro son lontane. Pensiamo di essere gli unici ad avere un sole, mentre le altre stelle, son tutte come il nostro sole.
Noi siamo egoisti, abbiamo un sole e crediamo sia l'unico, abbiamo una bella casa e crediamo di essere gli unici. Crediamo nell'UNIQUE. Ebbene, cari amici, l'unique ce l'hanno solo le stelle. Perchè sono le uniche ad essere in grado di illuminare se stesse e chi le guarda.
Siamo miliardi, come le stelle, ma siamo al buio.

martedì 30 marzo 2010

Le tre mancanze.

Certe persone entrano nella tua vita, ti fanno passare dei momenti magnifici, ti stanno davvero vicine, puoi parlare di tutto, poi dopo un pò trovano qualcun altro, ti sostituiscono, ti usano, come fossi una scarpa, una borsa.
Voi mi avete sostituito, ma io non ho sostituito voi tre. Per me voi tre siete nel mio cuore, più di prima forse, mi manchi tu M, mi manchi perchè sei una persona concreta, sincera e con la quale quelle poche volte che ci siam visti ho sentito una grande sintonia. Mi manchi tu A, mi hai fatto vedere per la prima volta la mia città, mi hai protetto e m'hai voluto bene. Mi manchi tu C, tu forse sei quella che mi ha sostituito di meno, tu hai semplicemente seguito di più il cuore, e hai fatto bene, tu stai a poca strada da me, se volessi anche vederti potrei, però alla fine è giusto che tu segua il cuore.
Mi mancate, il ricordo che ho di te M e bere un qualcosa alla frutta in un bar vicino al centro commerciale, e poi ridere assieme, ridere tanto. Il ricordo che ho di te A è una Milano piena di neve, un freddo fuori e caldo nel mio cuore, una forte amicizia, che però non c'è più. Il ricordo invece C che ho di te è quello più forte, io che piangevo sulle tue gambe in Galleria Borromeo. Caldo estivo, ero fragilissimo, nonostante ti abbia sempre dimostrato il contrario.
Vi voglio bene. A presto, o a mai più.

giovedì 18 marzo 2010

Io vado di moda


La moda nasce come concetto, come linguaggio e come modo per amare.
E' un ideale.
Non ha importanza se costi, se non sarai mai capito e se a volte vai contro agli altri, perchè fino a quando non andrai contro a te stesso allora ti sentirai parte della moda.
La moda non sono i fashion blog, non è l'andare a sbancare H&M, non è avere mille cardigan fighi e mille canotte strambe, è molto di più.
La moda è nell'aria e non vogliamo rendercene conto, o meglio, nell'aria c'è il disperato bisogno di "andare di moda". La moda è nell'aria almeno quanto lo è il razzismo, la violenza. La moda quasi è diventata violenza , razzismo. Se non hai non sei, se non sei non puoi avere. Il fatto è che quando sei felice di vestirti, quando dici "si l'ho pagato una follia ma ne è valsa la pena", quando il tuo lui ti bacia e tu hai addosso la tua ultima spesa folle, quando diventi un mito per le amiche perchè hai una Birkin, non ringraziare il tuo sorriso e i tuoi occhi, ringrazia Mr.Hermes, che ha dato al tuo sorriso e ai tuoi occhi quel tocco in più.
Il fatto è che quando sei felice di come sei, di come ti vesti, di come gli altri ti guardano, allora sei tu che vai di moda. Ora puoi dirlo: Io vado di moda.


(outfit: Miu Miu PE 2010)

domenica 14 marzo 2010

Come il vento

Che settimana di merda, che mese di merda. Voglio aprile.
Voglio uscire senza giubbotto e fumare in terrazza senza sembrare un profugo.
Non voglio più mettere scarpe scomode e pesanti cappotti.
Voglio essere libero, fare shopping a Milano, bere il tè seduto sul balcone, aprire le finestre e sentire aprile.
Voglio andare a Venezia con il trench, uscire il sabato sera con solo una clutch, nessuna pesante borsa, nessun peso, nessuno sbattimento. Vorrei camminare, andare in bicicletta,nessun tram, nessun taxi, nessun contatto forzato all'interno di mezzi pubblici sporchi. Vorrei comprare un pasticcino e poi spruzzarmi il mio Prada sul collo.
Vorrei la semplicità, vestiti chiari, vorrei che la nostra vita fosse di nuovo leggera, come il vento d'aprile.

giovedì 11 marzo 2010

In my bag

Che bello marzo, un giorno nevica, un'altro fa caldo.
Lady Gaga si è momentaneamente stufata di far video e alla radio si sente solo musica noiosa.
Ai giornali parlano ancora del look della Clerici al Festival, brutta grassona, tanta importanza ad un elefante con addosso dei lustrini cuciti da un designer fallito anni fa, neanche si parlasse del dolce e buono Dumbo. Ai telegiornali poi è ancora peggio, ma alla televisione in generale. Si carina la Hunziker che ride per forza, si ma che ridere Greggio, che ridere prendere per il culo dei politici che rovinano l'Italia. Poi si parla di bellezza e chi ti fan vedere? Belen, ah beh, si, carina, ma morta li, la risata più antipatica degli ultimi due anni televisivi.
E' così, siamo circondati da mediocrità. Mediocrità superficiale, nei vestiti, in tutto ciò che è l'estetica, oramai diventata anti-estetica, ma soprattutto mediocrità sentimentale, morale.
Siamo circondati da un 2010 in cui la notizia bomba è il lifting di Patty Pravo e, per quanto ti possa amare Patty, ma scusa, non ce ne frega na sega.
Siamo attorniati, attanagliati da un 2010 in cui i propositi saranno quelli di sposare un ricco e farsi mantenere, fare un sacco di soldi, fare quello che nemmeno ci possiamo permettere solo per dimostrare che anche noi "siamo".Il problema è che non siamo, ma appariamo, il problema non è l'Italia , la neve a marzo, o le tette della Ventura, oramai sempre più sode nonostante l'età, il problema di questo marzo siamo NOI.
Siamo noi che andiamo bene ma che vogliamo dimostrare il contrario, siamo noi che non ci amiamo abbastanza ma che vogliamo dimostrare al prossimo che siamo al top sempre. Siamo noi che stiamo ore chiusi in camera non scollandoci dai siti internet, siamo noi che pur di non essere soli ci compriamo una Balenciaga nuova e la teniamo in adorazione dentro la scatola, siamo noi che abbiamo paura che uscire dalla porta con una tuta addosso sia come sparare alla croce rossa.
Il mio consiglio? Spegnere il pc, prendere la propria borsa e smetterla di ammirarla, ma portarsela in giro,viverla, distruggerla, se sei così solo da avere solo una borsa che ti ama, almeno falla stare con te al cento per cento e amala a tua volta. Se riesci ad amare una borsa, che non ha ne sentimenti, ne parole, ne un cuore, sarà poi semplicissimo amare qualcuno che possa avere tutto ciò che non ha una borsa, ma che soprattutto possa avere un cuore capace di amarti.

mercoledì 10 febbraio 2010

I hate my routine.

Il nostro errore più grande è quello dell' abitudine. Ci abituiamo alle persone, alle situazioni. Siamo sempre abituati a fare o a pensare qualcosa che appena questo cambia noi perdiamo le staffe, andiamo in panico.
Quando c'è il sole tre giorni di seguito ci abituiamo a usare scarpe che con la pioggia si rovinerebbero e gli ultimi bellissimi occhiali ancora freschi di boutique, poi comincia a piovere e le scarpe bagnate e gli occhiali gocciolanti creano in noi un senso di sconfortante depressione.
Quando andiamo tutte le settimane tirati a lustro nel nostro negozio preferito e poi a bere il cosmopolitan nel nostro bar preferito, può capitare che una settimana la tua amica del cuore sia ammalata o peggio ancora sia col suo lui lasciandoti piantato davanti alle vetrine. Non sei solo, no, potresti chiamare mille altre persone, ma tu vuoi lei , ci sei abituato, ti senti depresso, il cosmopolitan si è triplicato e un' ora dopo sei in un taxi a parlare del rincaro prezzi con un tipo sconosciuto che ti porta dove vuoi, basta pagare.
Ed è così, noi ci abituiamo, abituarsi è comodo, troppo comodo, troppo facile dire domenica sera "okay lunedì così , martedì colà ecc ecc.", fare sempre le stesse cose è noioso e lo sappiamo in primis , ma sapere che non ti ritroverai solo davanti a degli stupidi vestiti in una stupida galleria ti da una certa sicurezza. Qui però faccio un pensiero: se per una volta fossi io a DISABITUARE la vita altrui, questi altrui se ne preoccuperebbero davvero così tanto?

lunedì 25 gennaio 2010

Febbraio alle porte

Tutto cambia, cambia il tempo, cambia l'umore, cambia la posizione del sole, cambia l'età, cambia tutto.
Cambiano le persone, oppure non le hai mai conosciute davvero, magari a cambiare sei tu, che cresci e ti evolvi e loro rimangono li con le loro fissazioni e le loro apparenti ostentazioni.
Era solo un anno fa, febbraio alle porte e una marea di sogni e cose ancora da realizzare, ed ecco qui, un anno dopo, a quest'ora l'anno scorso speravo fosse mattina per saltare la scuola, sapevo che mi sarei divertito comunque, anche a scuola, perchè alla fine ci siamo divertiti assieme e tu sai quanto.
Ed ora sono qui, odiosamente qui, che cerco una motivazione per pensare che forse il nostro rapporto valga ancora qualcosa, e qui che dico che col tempo hai cambiato il tuo essere, quando forse , anzi sicuramente, sono io che ho cambiato il mio. E' stata una scelta, dura, ma lo è stata. Ho voluto abbandonare tutto non per fragilità, anzi, per forza, perchè necessitavo di vedere cosa c'è oltre alle solite cose che per circa un anno ci hanno fatto vivere al massimo, o, anzi, in un massimo immaginario.
Ed è stato così, così ne sono uscito da questa situazione, ne sono uscito illeso, ne sono uscito e ho capito che oltre alla tua e alla mia borderline c'è ben altro, c'è molto di più, molto di più rispetto a Prada, alle scarpe e al Martini, molto di più da vivere, e per il quale vale la pena di lottare.
Infine ora sono felice, e sicuramente tu penserai che io credo di esserlo, sappi comunque che anche crederci ti fa sentire meglio, ora è così.
Ti perdonerei qualsiasi cosa tu faccia credo, perchè tu, anche se in parte ridotta, ci sei per me, ci sei eccome, solo una cosa, se ci credi ancora davvero, non aspettare un altro febbraio prima di dirmi che forse, spesso, hai sbagliato.

sabato 16 gennaio 2010

Goodnight Lovers

Sono ora a casa, è mezzanotte e dieci e il mio ritorno a casa segna la fine di questa pessima settimana, domani, che poi in realtà è gia oggi, sarà domenica , mi crogiolerò nel far nulla e nello studiare in modo random (come si suol dire).
Comunque sia sono ora a casa, è stato un pò strano tornare indietro nel tempo a quando ancora ero costretto a mentire a mamma e a dire che ero qui dalla Polly, quando in realtà ero lontano. Credo sia proprio io così, mi piace crearmi dei casini, delle situazione sfavorevoli, affinchè le esperienze e le cose vissute possano rimanere meglio nella mente, o possano essere vissute con un po' di quella sana ansia che rende tutto più incredibilmente eccitante.
Ed è così, stabilità tranquillità, letto, cucina cinese e divano.
Una partita a solitario, in due, ed una strada corta ma che avrei voluto fosse lunga, in due, non più in uno solo, ma in due. E' tutto un pò diverso da come lo era un anno fa, non so dire se migliore o peggiore, ma sicuramente più rilassante, più tranquillo, già meno complesso,meno da scoprire, meno ansia.
In due comunque è meglio. Almeno quando non metti le carte del solitario al posto giusto c'è qualcuno che ti dice di prestare più attenzione.
Buonanotte.

lunedì 11 gennaio 2010

My Storm

Il 2010 è cominciato con una pochette nuova, molti giri in macchina e un'amicizia oramai irrecuperabile. Forse era meglio il 2009, pensandoci, o forse devo solo darmi tempo per capirlo bene questo 2010.
Beh si, funziona così, fai lo stronzo con gli altri, li fai soffrire un sacco, senza spesso nemmeno rendertene conto, e dopo un anno ti ritrovi loro che stanno da dio e tu che ancora ci sei impiantato sulle stesse cose, evolute, ma pur sempre le stesse, e oramai quelle persone t'hanno già bello che detto ciao.
Funziona così d'altronde, chi semina vento raccoglie tempesta.

venerdì 8 gennaio 2010

Non sento il freddo.

Non sento il freddo e il sapore delle mie M&M's è troppo accentuato.
Ho preso una botta in testa, troppo forte, mandato giù un Moment, ma il dolore persiste.
Sulla pelle ho un profumo che non è il mio, e il mio letto è ordinato ma tutto malconcio, con le coperte messe male e le lenzuola stropicciate.
C'è profumo in questa stanza e non è il mio, apro la finestra, quest' odore mi accentua il dolore, odio il mal di testa.
Il freddo entra dalla finestra e si appoggia sul pavimento, sul letto malconcio, e infine su di me, eppure io non sento il freddo.
Ho finito queste noccioline cioccolatose troppo dolci, devo ancora cominciare a studiare, cosa che ormai credo non farò, credo farò una doccia, possibilmente gelida, tanto non sento il freddo. Già, una bella doccia, congelata, che mi ghiacci, che mi faccia tremare, o semplicemente che mi faccia andar via questo mal di testa.

mercoledì 6 gennaio 2010

My first dream in 2010.

2010.
Ho sognato, questa notte. Era una vita a dire il vero che non sognavo.
Già, dev'essere stato il primo vero sogno del 2010, bella roba.
Ho sognato che andavo ad un concerto di Madonna, al quale mia madre non mi voleva mandare, ma poi alla fine dovette cedere.
Partivo per Roma alle 3, il concerto era alla sera, treno Frecciarossa, molto costoso, e mia madre non mi disse nulla.
Ero da solo, per la prima volta a Roma, completamente solo, io e il mio iPod.
Non avevo paura, non avevo dubbi o pensieri, ero molto gioioso, ero in una città più grande della mia, che non conoscevo, ed ero solo, dovevo andare ad un concerto quando il giorno stesso non avevo ancora il biglietto, ma ero felice, non avevo accessori di moda, cose firmate, borse di Chanel, e, checchè se ne possa pensare, ero comunque felice. Allora penso, dai che non sono poi così materialista, ed ecco, folla di gente, e li in mezzo trovo un vecchio amico, che spero potrà leggere ciò, mi ferma e parliamo, gli chiedo del concerto e di come arrivarci, e lui mi dice anche che non ci andrà più, che l'aveva già visto, e che inoltre aveva il suo biglietto e non sapeva che farne.
Gli comprai il biglietto e mi dirissi verso l'ignoto..
Ed ecco, folla di gente, e li tra la folla un sacco di persone che hanno fatto parte della mia vita.
Il concerto comincia, era come dentro una grandissima palestra, lei sotto e noi sulle gradinate tutt'attorno.
M era fantastica, come sempre, poi ad un certo punto, la musica s'interrompe, M svanisce, e tutti sul fondo di quell'enorme palestra.
Io mi ritrovo a ballare, a parlare di seguito con Madonna, e poi mi ritrovo per terra, sdraiato, con affianco te.
Tu che mi dici che hai fatto un errore, tu che mi dici che mi vorresti ancora con te, tu che mi baci, sapendo che quel che hai,anzi abbiamo, fatto è sbagliato nei confronti de "l'altra persona".
Mi sento in colpa, non posso dire a "l'altra persona" tutto, e tu nemmeno non puoi. Abbiamo paura.
La scena si spegne.
Ora siamo in un treno, è tutto strano, forse stiamo tornando da Roma, forse no. Nulla è comunque chiaro. Ora non sei più con me, ora c'è "l'altra persona". E' con me. Apro gli occhi. Comincio a pensare, fa male, fa male sognare, ne sono sempre più convinto. Anche se sono sollevato, in modo malinconico, al pensiero che non sia davvero successo nulla di ciò.
Buon 2010 allora, con la speranza che la vita sia migliore di quella che sogniamo durante la notte.